
Audit Energetico 2023: obblighi e opportunità per le aziende
Le Grandi Imprese e le Imprese Energivore in Italia si preparano per un importante appuntamento entro la fine del 2023: l’audit energetico. Questo obbligo, previsto dal Decreto Legislativo 102/2014, richiede alle aziende di sottoporsi a una diagnosi energetica ogni quattro anni, con la prossima scadenza fissata per dicembre 2023.
Cos’è un Audit Energetico?
L’audit energetico, noto anche come diagnosi energetica, è un’attività volta a valutare i consumi energetici di un’impresa. Per alcune aziende, questa procedura è un obbligo di legge e la scadenza del 2023 si avvicina rapidamente.
Entro dicembre 2023, le Grandi Imprese e le Imprese Energivore sono tenute a presentare una diagnosi energetica basata sui dati raccolti durante il 2022. Questo obbligo è definito dall’articolo 8 del D.Lgs. 102/2014. La prima scadenza per le diagnosi energetiche è stata nel dicembre 2015, seguita da quella del 2019 e ora è il turno del 2023. Tutta la documentazione deve essere caricata sul portale dedicato dell’ENEA, seguendo le Linee Guida specifiche.
Secondo l’articolo 2 del D.Lgs. 102/2014, un audit energetico è definito come una “procedura sistematica finalizzata a ottenere un’adeguata conoscenza del profilo di consumo energetico di un edificio o gruppo di edifici, di un’attività o impianto industriale o commerciale o di servizi pubblici o privati, a individuare e quantificare le opportunità di risparmio energetico in termini di costi e benefici, e a riportare i risultati”. In altre parole, si tratta di un processo volto a migliorare l’efficienza energetica e ridurre i costi.
Cosa fare entro dicembre 2023
La periodicità per la presentazione delle diagnosi energetiche è quadriennale, quindi le Grandi Imprese e le Imprese Energivore devono rispettare la scadenza del 5 dicembre 2023. Ciò significa che le aziende con più di 250 dipendenti e un fatturato annuo superiore a 50 milioni di euro, o con un totale di bilancio annuo superiore a 43 milioni di euro, devono condurre una diagnosi energetica sui loro siti di produzione in Italia.
L’obiettivo principale è valutare l’efficienza energetica e promuovere lo sviluppo sostenibile. Le aziende che erano già soggette a questa obbligazione nel 2019 e che hanno già presentato una diagnosi energetica devono essere pronte a farlo nuovamente entro il 2023. Inoltre, tutte le nuove aziende che rientrano nei criteri sopra menzionati devono avviare il processo.
Il primo passo è costituito dalla costituzione di un team di professionisti qualificati incaricati di raccogliere informazioni, effettuare sopralluoghi aziendali e svolgere altre attività, come la mappatura delle utenze e la suddivisione dei consumi. Durante questo processo, saranno valutate anche le possibilità di implementare sistemi di monitoraggio, azioni per l’efficienza energetica e l’accesso a finanziamenti.
Al termine delle attività, è fondamentale caricare correttamente la documentazione elaborata sul portale ENEA.
I Dati Raccolti da ENEA sulle Diagnosi Energetiche
Nel 2019, sono state presentate 11.172 diagnosi energetiche sul portale ENEA, provenienti da 6.434 imprese. Questi dati includono anche le diagnosi energetiche di aziende multi-sito, raggruppate in base ai criteri di consumo energetico. Tra le imprese, 3.956 sono state identificate come “energivore”.
Un dettaglio interessante è che solo 1.584 aziende erano certificate secondo la norma ISO 14001 per i Sistemi di Gestione Ambientale, mentre solo 405 erano certificate secondo la norma ISO 50001 per i Sistemi di Gestione dell’Energia. Un numero ancora più esiguo aveva un sistema EMAS.
In termini di settori, il manifatturiero ha presentato il numero più elevato di diagnosi energetiche, con un totale di 5.916. Il commercio all’ingrosso e al dettaglio, insieme alla riparazione di autoveicoli e motocicli, seguono con 1.561 diagnosi energetiche.
L’audit energetico rappresenta un’opportunità importante per le aziende non solo per conformarsi agli obblighi di legge, ma anche per migliorare l’efficienza, ridurre i costi e contribuire a uno sviluppo sostenibile. È un passo fondamentale verso un futuro più verde e competitivo per le imprese italiane.